Sono stati recentemente resi noti i risultati condotti dai ricercatori dell’Università della California, che dimostrano come grazie ad un’analisi del sangue sarà possibile capire quale sia lo stato di salute dei pazienti con malattia di Alzheimer.
I ricercatori hanno studiato in maniera approfondita la proteina P-tau181, il cui accumulo anomalo potrebbe rappresentare un campanello d’allarme della malattia.
Dall’analisi di tre coorti, per un totale di 589 individui, gli scienziati sono arrivati alla conclusione elevate quantità di P-tau181 nel plasma di soggetti cognitivamente non compromessi, si associano al successivo sviluppo di demenza da Alzheimer.
La presenza di P-tau181 nel plasma rappresenta pertanto un biomarcatore diagnostico e prognostico non invasivo del morbo, che potrà essere molto utile sia nella pratica clinica che negli studi.
A rafforzare la tesi statunitense è sopraggiunto un ulteriore studio svedese che ha dimostrato come la proteina P-tau181 rappresenti un biomarcatore del sangue in grado di consentire con precisione la diagnosi di Alzheimer, anche nelle prime fasi della malattia.