Sapevi che il tanto amato cibo giapponese può nascondere delle insidie?
Nei ristoranti giapponesi si possono assaggiare varie pietanza, tra le più comuni troviamo: il sushi è una preparazione a base di riso bollito e condito con una specie di aceto, che anticamente serviva a conservare meglio il pesce che viene abbinato con il nigiri sushi, costituito da listarelle sottili di pesce e condito con da wasabi (salsa densa e piccante ottenuta dalle radici di rafano), fettine di zenzero in salamoia e salsa di soia.
Il sashimi è invece il pesce crudo, servito a listarelle o fettine sottili.
Il sushi e sashimi non vanno preparati con pesce fresco, ma secondo la normativa italiana i pesci consumati crudi devono essere lasciati nel congelatore a -20 °C per almeno 24 ore. Il congelamento, così come il calore della cottura, uccide i parassiti.
Purtroppo non tutti i ristoranti giapponesi rispettano la norma del congelamento preventivo.
La prima insidia nascosta è una larva e si chiama Anisakis che, una volta ingerito si deposita nell’intestino provocando, reazioni di tipo allergico più o meno gravi e forti dolori addominali.
Inoltre, se il pesce non è stato congelato durante la preparazione si possono sviluppare sulla sua superficie molti microrganismo come salmonella, stafilococco, listeria o vibrione del colera.
Infine nelle carni dei pesci di grossa taglia, quelli più utilizzati nella cucina giapponese, si possono accumulare mercurio e altri metalli tossici, che nei consumatori abituali possono provocare intossicazioni.